Maledetta timidezza!

“…non ho scelto di stare da solo perché amo la solitudine ma perché quando sto in mezzo agli altri mi sento dentro un’agitazione profonda, mi sento impacciato, non so bene cosa dire; fatico a sostenere lo sguardo altrui, il loro giudizio… è come se si aspettassero da me cose che io non posso dare… Così finisco per isolarmi e fantasticare di essere diverso, capace e disinvolto, brillante con le ragazze, ammirato nel gruppo e completamente a mio agio nell’essere al centro dell’attenzione. Un po’ come quando sono in rete che mi presento con un profilo inventato e in così l’ansia resta sotto controllo e posso chattare. Che rabbia! Perché penso di essere altro e di poter dare molto; sentirmi così impedito è mortificante..”

La timidezza sembra che origini da un mancato apprezzamento dei genitori in una fase evolutiva precoce; da bambini invece di essere sostenuti e incoraggiati nell’acquisizione delle prime abilità personali si incappava nella critica e/o nell’indifferenza. Fino a quando il giudizio e la critica diventano una voce interna. Come fare a cambiare? Diventare consapevoli di questi meccanismi e costruire una relazione positiva con il terapeuta consente alla parte più autentica di noi di svilupparsi e manifestarsi, questa volta con una sicurezza diversa.