Si, un po’ come a Capodanno che ci si sente più predisposti a formulare ‘buoni propositi’ per il futuro. A pensarci bene quando torniamo dalle ferie o comunque dopo la pausa estiva, vediamo le cose da una prospettiva diversa. L’estate ci aiuta ad uscire dalla nostra solita routine di impegni quotidiani. Anche solo perché c’è più sole e l’ambiente intorno a noi è diverso rispetto ai mesi invernali, è possibile vedere le cose, noi stessi e il nostro mondo sotto un’altra luce.
Anche l’ozio, che i più moralisti criticano come ‘padre dei vizi’ può rivelarsi una risorsa. Il pensiero rallenta, vaga, ripropone ricordi, immagini può essere più predisposto a divagare. E questo ci aiuta a divenire consapevoli dei meccanismi psicologici in cui siamo immersi; così capita che ci interroghiamo. Siamo contenti di tornare in ufficio e riprendere la vita di sempre o fantastichiamo di trasferirci su una spiaggia tropicale a vendere gelati? Ci sentiamo stranamente stanchi dopo neanche una settimana nella solita routine? Non sono fantasticherie inutili perché ci informano di come stiamo con noi stessi e forse del desiderio di cambiare. Insomma prima di entrare nel ‘tunnel’ delle abitudini giornaliere, dell’adattamento a tutti i costi, dell’ottundimento della libertà, non lasciamo scivolare via l’opportunità di cambiare per provare a vivere qualcosa di diverso.
Si, ma come? Iscrivendosi in palestra, riordinando casa, ecc.. Forse, anche. Ma ancora prima osservandoci con onestà e accoglienza (cioè senza partire con l’autocritica o peggio con l’autocompiacimento) per provare a chiarire quali sono gli aspetti che di noi vorremmo cambiare ma che non ci sentiamo in grado di farlo. Chiediamoci se alcune questioni – ad esempio la relazione con una persona vicina – sono così intricate e nebulose che non riusciamo a decidere come muoverci; se il fatto di non vedere alcune risorse presenti nella nostra realtà, ci impedisca di cogliere alcune opportunità importanti… Cioè se la difficoltà di cambiare in senso soddisfacente e profondo per noi, non dipenda tanto o solo dai limiti esterni, quanto dal nostro modo di vederci e di porci rispetto al cambiamento e alla sua graduale costruzione (si, perché nulla di complesso cambia magicamente!).
Siamo veramente in grado di ‘apprendere dall’esperienza’, si chiedeva il noto psicoanalista Bion, considerandolo un indice importante di maturità? Cioè abbiamo dentro di noi quella flessibilità e apertura che ci consente di accogliere informazioni o modi di vedere le cose, anche se distanti dai nostri? Quanto siamo propensi a lasciare la ‘confort zone’ delle nostre insoddisfazioni per arrischiarci nell’incertezza della novità?
Il nostro potere è quello di promuovere il cambiamento personale; per questo è importante averne cura e dedicarci tempo e lavorio mentale; approfittare dell’energia che ci ha donato l’estate, per ‘mettere a dimora’ il seme della crescita creativa. E poi curarlo con costanza, perché germogli nella prossima stagione…