TRADIRE FA UN PO’ MORIRE

“…usa la bocca, sfilami dal cuore il pungiglione d’oro, la memoria di un lampo che ha bruciato la mia forma umana”  (M.G.Calandrone)

Mi ritrovo spesso a parlare con i pazienti dell’esperienza del tradimento sùbito o agìto e delle conseguenze emotive, difficili da superare in entrambi i casi.

L’ultimo è stato Antonio, che ho conosciuto poco tempo fa. Aveva scoperto che la compagna si era lasciata coinvolgere in un’avventura ‘poco importante’ con un uomo molto più giovane conosciuto in una chat. Episodi peraltro frequenti oggi con i social che seguono le persone fin nell’intimità casalinga.

Avevano litigato ma poi si erano chiariti; avevano cercato insieme di capire il perché di quell’avvenimento apparentemente di ‘poca importanza’. Si erano detti che corrispondeva ad una crisi transitoria, ad un allontanamento dovuto alla noia della routine e che non sarebbe più successo.

Apparentemente tutto chiarito; anche la decisione di entrambi di voltare pagina, anzi di cercare di cambiare in meglio. Ma Antonio pur desiderandolo razionalmente non riusciva ad allontanare dalla sua mente il rimuginìo su quanto accaduto. Immaginava la compagna insieme ‘all’altro’. Chiedeva certezze e rassicurazioni continue che non bastavano mai. La rabbia faceva da sottofondo ai suoi pensieri. Qualcosa si era rotto, spezzato; il tempo era come fermo nell’ora X in cui Antonio aveva sapùto; la realtà che pensava di vivere era drasticamente cambiata, ma non sapeva cosa era diventata.

Emozioni e ragione  non si conciliavano. Era andata in frantumi la fiducia nell’altro, la stima di sé, la possibilità di progettarsi nel futuro e rimettere insieme i pezzi non era così facile…

Antonio è  uscito dalle nebbie di un dolore indistinto provando a conoscersi un po’di più: a capire un po’ meglio che persona era diventato, cosa desiderava, cosa aveva bisogno di trovare nel rapporto affettivo. Imparò a concedersi momenti di solitudine che lo aiutarono a ricostruire il dialogo interiore.

Anche il confronto con  la compagna è ripreso, superando la dinamica ripetitiva delle accuse tipiche di ‘carnefice (traditore)’ e ‘vittima(tradito)’;  entrambi, conoscendosi oggi un po’ di più, stanno provando a sentire se il desiderio di stare insieme è ancora vivo. Si, perché entrambi desiderano poter arrivare ad una scelta che corrisponda a ciò che sentono invece di mettere tutto a tacere per quietare i sensi di colpa,  il timore di trovarsi soli o di evitare la fatica di ricominciare.